Parlando recentemente di Dali, ho rivisto il cortometraggio “Un chien andalou” (1928), creato e idealizzato da Dali in collaborazione con suo amico regista Luis Bunuel.
Tanta gente conosce Dali come pittore, ma pochi sanno che ha lavorato anche nel mondo cinematografico.
Ogni volta che guardavo il video lo vedevo in un’altro modo: la rottura della mente nello stile inimitabile del Maestro surrealista.
Difficile capire la cronologia – tutto segue la logica irrazionale del sogno, molto flessibile. Infatti, Bunuel diceva dopo, che durante la creazione del film lui e Dali avevano solo una regola: divieto sul razionale.
Il tempo viene completamente slegato dalle azioni - proprio come la sensualità così esplicita in cinematografo che era fuori l’epoca.
Carino: Dali e’ arrivato alla prima a Parigi nel 1928 con le tasche piene delle pietre per, nel caso dello scandolo, potere resistere agli spettatori.
Buona esplosione di cervello!
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